Nei giorni scorsi sono riprese le attività di indagine e ricerca nell’insediamento nuragico, romano e medievale di Santa Barbara de Turre a Bauladu. Si tratta della quarta annualità consecutiva di scavo, la prima dopo la rinnovata concessione per il periodo 2021-2023 formalizzata dal Ministero della Cultura, dopo uno stop durato oltre trent’anni.
Questa volta – oltre alla consueta campagna realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari, con il quale il Comune di Bauladu collabora dal 2013 nell’ambito del progetto “Paesaggi del Montiferru Meridionale e del Campidano di Milis” – è stato inoltre avviato un cantiere di consolidamento e valorizzazione dell’area archeologica, grazie ad un finanziamento di 82 mila euro concesso dalla Regione Autonoma della Sardegna. In entrambi i casi la direzione scientifica è affidata a Giuseppe Maisola, mentre quella tecnica agli architetti Gabriele Manca e Donatella De Rinaldis.
Le ricerche si pongono molteplici obiettivi. Trattandosi di un insediamento di lunga durata, abitato a partire almeno dall’Età del Bronzo medio e sino ai secoli bassomedievali, il principale obiettivo è la ricostruzione a ritroso delle complesse vicende dell’abitato, evidenziando e documentando le fasi di continuità e di cesura sul lungo termine. A partire dalle fasi già indagate durante le ricerche di questi ultimi anni (essenzialmente le ricerche hanno interessato le fasi tardoantiche/altomedievali e, in piccola parte, quelle protostoriche) e ampliando le aree di scavo con la creazione di nuovi settori, si cercherà di integrare le conoscenze con l’acquisizione di nuovi dati inerenti la vita quotidiana, le strutture insediative, le strutture produttive e le strutture funerarie delle fasi tardoantica e altomedievale, approfondendo lo studio della complessa stratigrafia ove lo si riterrà opportuno per poter aumentare le conoscenze riguardanti le fasi romana imperiale e romana repubblicana, attestate nel sito, ma ancora non sufficientemente documentate a livello stratigrafico. Non meno importanti saranno i dati che si spera di ottenere anche per quanto concerne le fasi più arcaiche sino a quelle di ambito nuragico (Età del Ferro, Età del Bronzo finale e del Bronzo recente). Tra gli obiettivi delle nuove indagini anche l’acquisizione di dati concernenti le fasi bassomedievali, sino ad ora non documentate archeologicamente sebbene l’insediamento e una chiesa dedicata a Santa Barbara compaiano sulla documentazione scritta nel XIII secolo.
La fruizione e la valorizzazione del complesso archeologico sono altresì tra gli obiettivi delle ricerche, trattandosi di un sito avente caratteristiche di monumentalità e facilità di fruizione, nonché di una situazione logistica favorevole per l’avvio di attività di valorizzazione con finalità turistiche e didattiche in grado di inserirsi in maniera concreta nel tessuto socio-economico del territorio.
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«L’area di Santa Barbara de Turre con l’uliveto annesso, rappresenta un punto di forza per il Comune di Bauladu che ha deciso di intraprendere delle azioni strategiche basate sullo sviluppo culturale del territorio. Congiuntamente all'attività di scavo, l’amministrazione comunale continuerà a scommettere su un percorso di archeologia pubblica partecipata al fine di contribuire alla costruzione di coscienza nella comunità e innescare una nuova fase di cambiamento in un territorio che fonda le sue radici sulla cultura. La rinnovata concessione triennale 2021-2023 da parte del Ministero della Cultura, dopo uno stop durato oltre trent’anni, rafforza ulteriormente le basi già solide del progetto».
(Davide Corriga, Sindaco del Comune di Bauladu)