Il Consiglio Comunale di Bauladu, nella seduta del 26 agosto 2020, ha deliberato all’unanimità la volontà di revocare la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini il 20 maggio 1924.
Come esplicitato nell’atto approvato (allegato in fondo alla pagina), la decisione assunta ha solide motivazioni etiche e politiche. Anche a Bauladu negli anni del regime fascista furono completamente calpestati i valori di uguaglianza e di solidarietà, di pace e dell’esercizio dei diritti civili, sociali, politici ed economici, nonché la dignità degli individui, con discriminazione e persecuzione dei cittadini a seconda del sesso, della razza, della lingua, della religione, delle opinioni politiche e delle condizioni sociali.
Con le cosiddette “Leggi fascistissime” del 1925-28 il regime fascista, la sua ideologia ed i suoi esponenti soppressero la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, la libertà sindacale, il pluralismo politico e la divisione dei poteri dello Stato, sovvertendo le regole della vita democratica. Con lo scopo di indebolire l’autonomia locale e rafforzare il ruolo dello Stato, il Comune di Bauladu venne dapprima trasformato da organo di autogoverno a ente ausiliario di Roma per la gestione dell’ordinaria amministrazione, poi fuso con il Comune di Milis fino alla caduta del regime. Inoltre con la legislazione razziale, avviata nel 1938, il regime fascista guidato da Benito Mussolini introdusse vergognose discriminazioni ai danni del popolo ebraico, preludio dello sterminio di milioni di persone nei campi di concentramento nazisti.
Per i motivi sopra indicati, il fascismo e Benito Mussolini rappresentano quanto di più contradditorio rispetto ai valori affermati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) e dal principio di autodeterminazione dei popoli: elaborazioni oggi patrimonio delle democrazie compiute e massima espressione dei valori di giustizia e libertà, che fondano anche il patto civico dell’amministrazione comunale.
Come si legge nella delibera, con questa iniziativa si intende mostrare profonda attenzione al valore dell’onorificenza della cittadinanza onoraria, da conferire a personalità battutesi nella loro vita per preservare e conquistare i diritti e le libertà invece che sopprimerle e negarle. Tanto più che compito primario dell’istituto comunale è promuovere lo sviluppo e il progresso civile, sociale ed economico della popolazione ispirandosi ai valori della libertà.
In questa cornice, la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini non intende cancellare la storia (il dittatore italiano negli archivi comunali continuerà a risultare cittadino onorario dal 20 maggio 1924 al 26 agosto 2020), ma quale atto simbolico e auspicio, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, a trarre insegnamento dagli eventi storici per la costruzione di un futuro libero e giusto per la propria comunità, per il popolo sardo e per l’intera isola.